Librettisti Giuseppe Giacosa, Luigi Illica
Madama Butterfly (1901-1904)
Antefatto: nel 1900, Giacomo Puccini era a Londra per la prima inglese di Tosca, quando vide al teatro Duke of York, un lavoro di David Belasco basato sul breve racconto di Luther Long, Madama Butterfly. L’interesse pubblico per le cose orientali era alto all’epoca, e l’interesse di Puccini stesso venne colpito nonostante non avesse grande dimestichezza con la lingua inglese; ma fu comunque impressionato dal personaggio del titolo, e fece presente del suo interesse a Ricordi poco dopo, lo stesso anno. Nonostante l’editore non condividesse lo stesso interesse di Puccini per il soggetto, iniziò a negoziare per i diritti, mentre Puccini terminava il suo lavoro nella sua nuova casa di Torre del lago. Quando Verdi morì all’iniziò del 1901, Puccini fu acclamato come il suo successore, sebbene fosse un uomo troppo modesto per essere d’accordo. Quando lui ed Illica cominciarono a lavorare sul libretto, Puccini si immerse negli studi della musica giapponese, facendo aiutare dalla moglie dell’ambasciatore giapponese a Roma, Madame Hisako Omaya. Gli diede alcune registrazioni e spartiti, alcuni dei quali vennero usati nell’opera. Cominciò una vera e propria collezione di opere d’arte giapponesi, e strinse amicizia con altri cantanti e artisti giapponesi di quei tempi. Per tutto il 1901, i tre, Puccini, Illica e Giacosa lavorarono alla nuova opera, contro ogni pronostico, poiché ognuno si era lamentato tanto del lavoro degli altri durante la lavorazione dei precedenti 6 anni delle due opere precedenti. La creazione di Madama Butterfly non sembrava essere diversa, e gli sviluppi nel 1902 furono caratterizzati dai soliti argomenti, incomprensioni, richieste di revisioni del libretto, tutti portati avanti con gran fervore da tutti. All’inizio del 1903 l’opera giunse ad un vero e proprio stop quando Puccini fu coinvolto in un brutto incidente d’auto. Gli ci vollero molti mesi per riprendersi, trascorrendo parte dell’estate di quell’anno all’Abetone e Boscolungo, sulle cime delle piane alluvionali del lago di Massaciuccoli, in una piccola villa che lui amava per la sua tranquillità. Continuò a lavorare qui ad un pianoforte verticale che aveva portato in villa proprio a questo scopo. Alla fine dell’estate la sua salute migliorò e ritornò a Torre del Lago per continuare lì. La prima premiere di Madama Butterfly venne fatta il 17 Febbraio, 1904 a Milano a La Scala. Comunque, Puccini si rese conto che alcune delle proteste portate avanti dai suoi librettisti potevano essere valide, poiché la prima rappresentazione non andò bene e le recensioni furono miste. Il giorno seguente, Puccini e Ricordi ritirarono gli spartiti dalla direzione teatrale, e chiesero che le recite seguenti venissero cancellate. Il compositore tornò indietro al canovaccio dell’opera con Giacosa, e fece delle estese revisioni. La seconda premiere di Madama Butterfly, l’opera che noi oggi conosciamo, venne data a Brescia, al Teatro Grande il 28 Maggio, 1904.
Sinopsi: Pinkerton, un ufficiale della marina americana dislocato a Nagasaki, ha organizzato, con l’aiuto di un agente matrimoniale, il matrimonio con una geisha di 15 anni, Butterfly. Nonostante sia affascinato da lei, Pinkerton non prende il matrimonio seriamente, e il Console lo mette in guardia, facendogli notare che Butterfly ha preso il matrimonio molto seriamente. Quando la cerimonia finisce, lo zio di Butterfly la accusa di aver abbandonato la propria fede per abbracciare il dio cristiano. La sua famiglia la ripudia, ma lei viene placata dalle tenere attenzioni di suo marito. Passano tre anni, e Pinkerton se ne era andato via subito dopo le sue “nozze”, e Butterfly attende pazientemente il suo ritorno, nonostante il fatto che la sua fedele cameriera, Suzuki, la mette in guarda del fatto che lui non tornerà. Arriva il Console con una lettera di Pinkerton, ma prima di raccontarle del suo contenuto-che Pinkerton sta ritornando ma con la sua moglie “vera”, un’americana – Butterfly rivela di aver avuto un figlio dall’ufficiale. Il Console se ne va senza leggere il messaggio di Pinkerton, e Butterfly continua ad aspettare sperando. Rimbombi di cannoni nel porto annunciano l’arrivo di una nave, e attraverso un telescopio, Butterfly può vedere che è quella di Pinkerton. Insieme a Suzuki decorano la casa con fiori di ciliegio aspettando l’arrivo di Pinkerton. Giunge l’aurora e Butterfly è esausta della notte passata in bianco ad aspettare. Suzuki la manda a riposare, e mentre sta andando, arrivano Pinkerton e Sharpless. La nuova moglie di Pinkerton, Kate, attente tranquillamente in giardino, mentre gli uomini tentano di avere l’aiuto di Suzuki per portare via il bambino a Butterfly. Pinkerton se ne va, sopraffatto dalle emozioni che la casa gli evocano: decide di non vedere Butterfly e di andarsene. Butterfly entra e realizza la terribile verità: la donna nel giardino è la moglie di Pinkerton e vuole il suo bambino. Butterfly le dice di dire a Pinkerton di ritornare per suo figlio nel giro di mezz’ora. Kate ed il Console se ne vanno per portare questo messaggio all’ufficiale, e Butterfly si prepara per quel che sarà il suo atto finale: togliersi la vita. Ma l’arrivo del figlio, che Suzuki ha mandato nella stanza, la ferma momentaneamente. Benda il bambino e si ritira dietro uno schermo con la spada di suo padre, con la quale pensa di uccidersi. Mentre commette l’harakiri, Pinkerton accorre chiamandola per nome, ma è troppo tardi: Butterfly cade a terra morta.
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